La mia attrezzatura fotografica
L’attrezzatura fotografica non è solo un insieme di strumenti: è il mezzo attraverso cui racconto solo emozioni vere. Ogni fotocamera, ogni lente, ogni dettaglio tecnico è scelto con un unico scopo, quello di trasformare un istante in qualcosa che resta indelebile nel tempo.
Non credo che la magia nasca da un sensore o da un obiettivo, ma dalla sensibilità di chi osserva.
Quello che ho capito sulla mia pelle è che avere una strumentazione affidabile e silenziosa mi permette di muovermi con maggiore naturalezza, catturando i momenti più autentici senza interrompere la loro spontaneità.
Per questo sono andato sempre alla ricerca della mia strumentazione perfetta.
Sono passato dalla Nikon D3400, alla Olympus OM-1 per poi scegliere la Z6 e arrivare infine a quella che ritengo la mia fotocamera preferita: Nikon Z6 III.
Nikon Z6 III per me è affidabilità totale
Scatto con la Nikon Z6 III, una fotocamera full frame che unisce velocità, precisione e una resa cromatica incredibilmente naturale. È il cuore della mia attrezzatura fotografica e la compagna silenziosa di ogni matrimonio che racconto.
Grazie al sensore full frame e alla straordinaria resa cromatica, la Z6 III mi permette di lavorare in qualsiasi condizione di luce, mantenendo sempre tonalità realistiche e dettagli impeccabili. Anche in situazioni difficili – una cerimonia in controluce, una sala poco illuminata o un tramonto che cambia ogni secondo – riesce a restituire fedelmente l’atmosfera del momento, senza compromessi.
Amo la sua messa a fuoco rapida e precisa, che riconosce i volti e gli occhi anche mentre gli sposi si muovono, ballano o si abbracciano. Questo mi consente di concentrarmi sull’emozione, non sulla tecnica. La stabilizzazione interna a 5 assi mi regala la libertà di scattare a mano libera, in movimento, senza preoccuparmi delle vibrazioni o della luce scarsa.
È una fotocamera silenziosa e discreta, perfetta per i momenti più intimi della giornata: una promessa sussurrata, una carezza, uno sguardo che dura un istante. E quando serve rapidità, la raffica veloce e il mirino nitido mi permettono di non perdere nemmeno un frammento della storia che sto raccontando.
La Nikon Z6 III non è solo una macchina: è un’estensione del mio modo di vedere. Mi accompagna con leggerezza, lasciandomi libero di osservare, sentire e catturare ciò che davvero conta — l’autenticità delle emozioni.
I miei obiettivi
Nel mio lavoro ho scelto di usare principalmente obiettivi fissi perché mi obbligano a muovermi, a cercare la prospettiva giusta e a entrare davvero nella scena.
Uno zoom ti fa restare fermo, ma con un fisso senti il momento, ti avvicini, ti sposti, vivi quello che accade.
È un modo più vero e fisico di raccontare: non guardi solo da lontano, ma partecipi.
Per questo i miei compagni inseparabili sono due ottiche Nikon Serie S, che condividono la stessa filosofia: qualità, precisione e resa naturale.
Nikon Z 35mm f/1.8 S
Amo il Nikon Z 35mm f/1.8 S perché mi permette di raccontare la scena in modo naturale e immersivo.
È l’obiettivo che uso per cogliere l’atmosfera di un luogo, per dare respiro ai momenti e raccontare le connessioni tra le persone.
Con la sua apertura f/1.8, la nitidezza impeccabile e la resa morbida dello sfocato, riesco a gestire la luce ambiente con naturalezza, anche in condizioni difficili.
La messa a fuoco è silenziosa e veloce, perfetta per i momenti spontanei, mentre la costruzione Serie S garantisce colori fedeli e un microcontrasto straordinario.
Nikon Z 85mm f/1.8 S
Il Nikon Z 85mm f/1.8 S è la lente con cui isolo le emozioni.
Lo uso per i ritratti, per raccontare uno sguardo, un gesto, una carezza.
Mi piace perché comprime la prospettiva, stacca il soggetto dallo sfondo e restituisce immagini pulite e delicate, con una profondità che solo un obiettivo fisso luminoso può offrire.
Anche qui la Serie S fa la differenza: precisione nella messa a fuoco, resa cromatica perfetta e una qualità ottica che rimane costante a ogni scatto.
È l’obiettivo con cui catturo l’essenza delle persone, senza forzature.
Non è la macchina a scattare, ma lo sguardo!
Ogni elemento della mia attrezzatura fotografica ha un ruolo preciso, ma nessuno di essi basta da solo. La fotocamera, le ottiche, la luce, la mia presenza: tutto lavora insieme per raccontare ciò che vedo e, soprattutto, ciò che sento. Non scelgo la mia strumentazione per moda o per tecnica, ma per empatia: perché mi permetta di essere libero, di muovermi in silenzio e di restare fedele alle emozioni che vivono davanti all’obiettivo.
Il 35mm e l’85mm sono i miei occhi più sinceri, ma è l’insieme di ogni dettaglio — dalla macchina al modo in cui gestisco la luce — a rendere possibile quel tipo di fotografia che amo: autentica, discreta, capace di entrare nelle storie senza disturbare. Perché alla fine, la vera forza di un’immagine non sta nella tecnologia, ma nel legame che si crea tra chi scatta e chi si lascia guardare.
È per questo che considero la mia strumentazione come un’estensione del mio sguardo. Non come un mezzo per ottenere immagini perfette, ma come un compagno silenzioso che mi aiuta a dare forma all’invisibile: emozioni, ricordi, frammenti di vita che meritano di essere ricordati per sempre.