In un’epoca in cui la fotografia digitale domina, decidere di uscire con una fotocamera analogica come la Nikon FM2 può sembrare un ritorno al passato. Invece, è un’esperienza unica che riporta al cuore della fotografia: pensare prima di scattare, osservare con attenzione e godersi ogni singolo momento.
Ogni scatto diventa pesato, perché gli scatti non sono infiniti, ne avevo solo 24.
Tanti click eviti di farli e questo porta ad avere ancora più attenzione nello scatto, a cercare un vero motivo per fare una foto e non un semplice scatto.
La Nikon FM2 è completamente manuale, non vi nascondo che non è per niente semplice. La mia Nikon richiede di impostare tutto: dalla velocità dell’otturatore all’apertura del diaframma, fino alla messa a fuoco. Non ci sono automatismi su cui fare affidamento, e proprio questo rende ogni scatto a un livello superiore. Se poi ci mettiamo anche che non ho idea di come saranno uscite le foto, tutto diventa ancora più prezioso e autentico. È come se ogni fotografia diventasse una piccola opera d’arte, frutto di pazienza e precisione.
Al momento restano ancora 10 scatti, la luce era calata e i 200 iso non bastavano più.
Aspetterò la prossima uscita per completare il mio primo rullino.
Al momento mi godo l’emozione di tornare in quegli anni in cui la fotografia era solo una: quella analogica e manuale.