Si pensa che la Full Frame sia il top di gamma, e in un certo senso è così, ma quello che si tende poi a fare è snobbare tutto quello che non è FF. Io in primis l’ho fatto, ma poi, quando vedi scatti fatti da un cellulare o addirittura da macchine antiquate — che oggi anche il più scarso dei cellulari fa foto 10.000 volte meglio — la prospettiva di visione cambia.
Mi sono avvicinato al sistema Olympus un po’ per necessità: volevo una macchina più compatta e leggera. E quando poi vedi i prezzi degli obiettivi, il sorriso appare sul tuo volto e sulle tue tasche.
Quando è arrivata la mia Olympus OM-D M10 Mark IV, devo dire che è stato amore a prima vista. Leggera, compatta, ben costruita. La prendi in mano e sa di qualità.
Avevo tanti dubbi. Ho pensato: “Chissà che scatti farà…” e invece…
Sono rimasto senza parole! Sopra ogni mia aspettativa.
La resa cromatica è sorprendente, soprattutto nei toni caldi. La stabilizzazione? Da urlo. Ho scattato a mano libera con tempi che con altre macchine avrei solo sognato. E la cosa ancora più incredibile è che ti invoglia a portarla sempre con te: nello zaino, nella borsa, anche solo a tracolla. È quella compagna silenziosa che ti fa venir voglia di scattare, anche quando non avevi previsto di farlo.
Poi c’è tutta la filosofia Olympus/Micro 4/3: un ecosistema pensato per chi vuole fotografare senza troppe complicazioni, ma con risultati professionali. Certo, non è perfetto: la gamma dinamica è inferiore a quella delle FF, e in notturna bisogna un po’ sapersi adattare. Ma se sei uno di quelli che sa cosa cercare in una foto, più che affidarti solo al sensore, allora capisci subito quanto questo sistema possa darti.
Per me è stata una scoperta. Una bella sorpresa. Una rivoluzione silenziosa, che mi ha fatto rimettere in discussione molte convinzioni.